Era il 7 febbraio 2011 quando il nostro Walter Montagnoli ci comunicò che sarebbe arrivata a Milano nella seda della CUB , una giornalista proveniente da Roma che doveva realizzare delle interviste nelle fabbriche in crisi, sparse sul nostro territorio, dove gli operai stavano esercitando una forma di lotta che non era stata mai utilizzata prima, nello specifico la salita sui tetti delle fabbriche per dare più visibilità alle proprie lotte e per rivendicare i propri diritti!!!!!! (Nella nostra realtà, la lotta contro quei beceri speculatori-palazzinari-bancari-rottamatori in cravatta, quest'ultimo a quanto sembra il mestiere del futuro dell'alta finanza & c. .......!!!!!)
La giornalista, una splendida professionista che si chiama Michela Giachetta, è laureata in Giurisprudenza, con tesi in Diritto del lavoro, con cui abbiamo stretto una solida e sincera AMICIZIA.
Non vogliamo dilungarci oltre, soprattutto per non togliere spazio ad una sua lettera. Per concludere segnaliamo con soddisfazione e con l'orgoglio di tutto il Presidio, di aver conosciuto una seria PROFESSIONISTA che ci ha regalato con i suoi sforzi e i suoi sacrifici un libro, dove ha saputo trasferire tutte quelle nostre emozioni e sensazioni che ha raccolto durante le interviste al Presidio. NE CONSIGLIAMO A TUTTI LA LETTURA
-Foto di Michela Giacchetta
-copertina del libro
"Cari lavorati Novaceta,
a voi va il mio grazie. Per la disponibilità nei miei confronti, perché mi avete raccontato un pezzo delle vostre storie private e tutte le vostre battaglie, affrontate con tenacia e coraggio.
La Novaceta è stata una delle prime aziende che ho visitato. Ho incontrato Vincenzo Leone nella sede del suo sindacato, una mattina che sembrava primavera , anche se era appena febbraio. Sua la prima mano che ho stretto al presidio. Ho chiacchierato con alcuni di voi, sono entrata nella fabbrica chiusa, ma ancora piena dei colori dei vostri tessuti.
Io in fabbrica non ero mai entrata prima . Faccio la cronista da anni, ma la fabbrica , con i suoi colori, gli odori e il buio non li avevo mai raccontati. Per mesi ho letto sui giornali, visto in tv, quello che accadeva al nord e al sud, la cassa integrazione, la chiusura delle aziende. Quella forma di protesta nuova di operai e ricercatori, l'assalto al cielo, per non perdere il posto di lavoro. Mentre leggevo, la mia azienda stipulava contratti di solidarietà per i giornalisti: si lavorava tutti, ma tutti, a turni, dovevamo e dobbiamo restare a casa qualche giorno al mese, con stipendio e contributi tagliati. Mentre leggevo, cercavo di capire come si era arrivati tutti a quel punto, quando, perché. Cinquantenni che vengono espulsi dal mondo del lavoro. E trentenni che, in molti casi, quel mondo lo sfiorano appena, con precarietà e " a tempo determinato". Certo, la crisi economica. Ma quando i lavoratori sono diventati invisibili, tanto da dover salire su tetti e monumenti per accendere i riflettori sulla loro disperazione? Ho cercato, attraverso il mio viaggio nelle fabbriche , la risposta a questa e altre domande, entrando, in punta di piedi, nelle vite di tutte le persone che ho incontrato, nelle storie di ogni persona. Per raccontare cosa era successo dopo che l'assalto al cielo era finito, cosa era successo a voi e alle vostre fabbriche.
La vostra storia, la mia e la storia di tutti i lavoratori che ho incontrato sono nel mio libro, Assalto al cielo. Che esiste perché la classe operaia esiste ancora. Ma esiste anche perché ognuno di voi mi ha regalato un pezzo della propria storia, della propria fatica, della battaglia fatta e ancora in corso. Per questo, e per tutto il resto che non era scontato ma c'è stato, grazie a voi. A ognuno di voi."
MICHELA GIACHETTA
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