Il presidio dei lavoratori Novaceta in piazza Cordusio a Milano, sotto gli uffici della banca Unicredit ha quale scopo quello di sensibilizzare i dirigenti della banca ad accelerare la trattativa per la cessione dei terreni sui quali insiste l'attività della Novaceta, trattativa giunte a una situazione di stallo e per far conoscere di conseguenza alla gente la posizione "drammatica" di circa 160 lavoratori e famiglie da tre annoi ormai costretti a vivere con la sola cassa integrazione.
Colalain, che sta portando avanti la trattativa insieme ad Avalon, nella giornata di ieri comunica di aver ricevuto una e-mail dalla Unicredit la quale dichiara che attualmente non ci sono margini di trattativa: questa dichiarazione risulta alquanto equivoca, non si riesce a capire se significa che non vuole più cedere i terreni oppure non intende trattare il prezzo di partenza da loro fissato.
Nello stesso tempo in contraddizione con questa chiusura da parte della banca si legge invece sui giornali che loro sono aperti e disponibili a fare i dovuti passi affinchè la vendita vada in porto, come si può leggere nel seguente passo tratto da "Il Giorno" del 19 luglio 2011:
«UniCredit respinge con la massima fermezza ogni
speculazione su un presunto ruolo ostativo nella soluzione della vicenda
ex Novaceta - replica l’istituto di credito che detiene la proprietà
delle aree -. La banca si è sempre impegnata a favorire una soluzione
che consenta la ripresa dell’attività industriale, sostenendo anche
ingenti oneri idonei a garantire la manutenzione del sito. Qualora
pervenissero manifestazioni di interesse che contengano progetti
industriali seri, credibili e sostenibili il gruppo conferma la propria
disponibilità a esaminarli ed eventualmente a supportarli».
Pensiamo che la situazione possa essere più chiara dopo l'incontro che si terrà giorno 20 luglio 2011 negli uffici della Prefettura dove sono stati convocati le due parti, venditrice e acquirente. Nei pressi della Prefettura saranno presenti ovviamente gruppi di lavoratori Novaceta in attesa di notizie che speriamo siano positive, anche se la paura di essere nuovamente vittime dell'ennesima speculazione, di essere di fronte all'ennesimo fallimento è sempre viva.
Rimaflow vuole vivere
10 anni fa
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