Quanto letto sulla stampa locale, in edicola in questi giorni, a proposito della vicenda Novaceta, si può sintetizzare nel titolo legato a quest’articolo :” zoccolo duro e zoccola vecchia”, dove il primo è riferito al presidio di un gruppo di lavoratori determinati, guidati dal sindacato di base ed autocostituitosi in comitato ( Comitato Magentino Dignità e Lavoro ), dove l’obiettivo perseguito è sempre stato quello di ritenere inaccettabile qualunque soluzione alla vicenda che non sia quella della riapertura della fabbrica, della ripresa della produzione e del recupero dei posti di lavoro. Tutto questo a fronte di ragionamenti ed idee molto chiare da tempo : la crisi Novaceta non è crisi industriale, ma è stata pilotata poiché gli attuali imprenditori e quelli passati hanno interesse a speculare sui 220 mila m2 di aree, oggi industriali, domani libere e su cui sarà possibile una speculazione immobiliare di proporzioni gigantesche.
Quest’analisi, chiara già da alcuni anni al gruppo di lavoratori in questione, ha avuto progressiva “consacrazione” quando nei Consigli Comunali di Magenta si deliberavano, su quelle aree, permessi volti ad aumentare il grado di zonizzazione acustica, il cambio di destinazione d’uso, praticamente da aree artigianali ad aree ricettive ( concesse per una superficie di 45 mila m2 ) attraverso cui transitano tutte le servitù ( acqua, gas e energia elettrica) atte ad alimentare la produzione dello stabilimento, quando, non ultima, si concedeva, con permessi governativi, una maggiore quantità , rispetto ai precedenti cinque anni, di emissione di CO2. Tutto ciò accedeva mentre i Sindacati Confederali ( che alle varie assemblee non volevano la rappresentanza CUB ) appoggiavano l’azienda concedendo la chiusura dell’infermeria, della mensa ed avallando la cessione di un ramo d’azienda, guarda caso, della centrale termoelettrica.
Dopo tutte queste “anomalie”, ci mancherebbe pure che un gruppo di lavoratori, lo zoccolo duro, non si sentisse in dovere, dopo 20 mesi di cassa integrazione, di riappropriarsi dello Stabilimento che, per mezzo secolo, ha contribuito allo sviluppo socio-economico della nostra Città e del nostro
Territorio.
La posizione dello “zoccolo duro” è chiarissima : occupazione ad oltranza fino a che non si ripresentano le condizioni per un riavvio degli impianti, per produrre un filo ancora molto richiesto sul mercato mondiale.
Le condizioni ci sono, c’è il know-how, c’è il mercato, c’è la ricerca avanzata. Mancano solo gli imprenditori onesti.
A margine di tutto questo c’è la posizione delle “zoccole vecchie” ( quelle consumate da circostanze ripetute nel tempo ), di quelle, cioè, che hanno sempre agevolato un processo di fermata degli impianti, non solo con le azioni sopra descritte, ma anche con l’invito esplicito rivolto ai lavoratori, utilizzando fondi pubblici, di lasciare l’azienda per iscriversi a corsi che avrebbero potuto aprire qualche strada per un ricollocamento “altrove”. Un indirizzo quindi mirato a distruggere le conoscenze, a distruggere l’ipotesi di una fabbrica magentina fatta di uomini e donne e rivolta al futuro, alla ricerca, anche in presenza di un mercato ricettivo.
Zoccole vecchie, nell’animo e nel comportamento, poiché dopo le sconcerie di cui sopra, dichiarano, solo in questi giorni :” noi sindacalisti confederali abbiamo lottato per evitare la chiusura”. Dimenticando che ha lottato e sta continuando a lottare il solo sindacato di base. E poi ancora dichiarano :” bisogna impegnarsi per ridurre i costi…in primis per l’approvvigionamento energetico”. Ma se hanno firmato la cessione della centrale termoelettrica che la stessa società cedente, per far lievitare i costi, vendeva a se stessa, indebitandola, facendola fallire, per poi fermarla definitivamente raggiungendo quindi lo scopo di fermare l’intera fabbrica.
Ci vuole proprio la faccia delle zoccole vecchie !!!
Infine due precisazioni :
1. l’unica bozza di “Piano Industriale” è quella presentata da CUB e dal Comitato Magentino Dignità e Lavoro ( bozza coincidente con le aperture dichiarate in sede Provincia dalla proprietà immobiliare).
2. I fondi stanziati nel 2007, come ci ricorda il Senatore Malabarba di Sinistra Critica ammontano a 12 milioni di euro e non 12 mila come erroneamente è stato riportato sulla stampa cittadina.
Comitato Magentino Dignità e Lavoro
M.De Luca
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