Durante l'incontro istituzionale del 21 aprile, avvenuto presso Casa Giacobbe a Magenta
( Proprietà Novaceta, Regione, Provincia, comune di Magenta, confederali, CUB e Comitato Magentino Dignità e Lavoro), le
parti si congedano con "accordi", se si può dire in regresso, rispetto al precedente incontro. Non so come definire "accordo" sul
nulla e "regresso" sul nulla !!! L'azienda propone :
1- un nuovo socio-imprenditore di cui non fa il nome ( per l'ennesima volta )
2- un piano industriale che non esiste. Non c'è nulla di scritto.
3- non è previsto in un prossimo futuro alcun tavolo tecnico
4- si parla genericamente di un'area destinata ad attività produttiva (non definendone la superficie)
5- c’è invece una certezza: la parte più importante delle aree, ora a vocazione industriale, sarà destinata ad attività ricettive (
logistica, alberghi,...)
6- ci si accorda sul fatto che, il mantenimento della cassa integrazione sarà per quasi tutti , mentre il privilegio dello stipendio
intero sarà mantenuto solo per pochi (quelli che decide il padrone).
8- ci si accorda di non pagare i crediti ai lavoratori già dimessi (alcuni da anni)
9- ci si accorda sul fatto di assumere (nel caso che tutto dovesse svolgersi al meglio), a fine 2014, solo 109 lavoratori (innescando
così un'altra guerra tra lavoratori).
10-la proprietà dichiara esplicitamente che: “un eventuale nuovo contratto prevederà la cancellazione di ogni accordo pregresso, la
riduzione degli emolumenti per oltre il 20% (cambio contratto: da chimici a tessile ), e l'aumento dei rendimenti lavorativi !!!
11- la proprietà dichiara esplicitamente di voler scegliere i lavoratori in " funzione della loro qualità" !!!
Potrei andare ancora avanti, ma è su questo "nulla" che escono le prime dichiarazioni alla stampa. Ma non solo, dopo questo
assordante "nulla", si comincia a ventilare la possibilità di "ammorbidire" l'impatto del presidio ai cancelli, concedendo la
possibilità di fare uscire del filato, i cui proventi, avrebbero dovuto servire a pagare ( secondo l'azienda ) le manutenzioni
pregresse e quelle da fare (ricordo che lo stabilimento è fermo da due anni !!!).
Pur dicendo queste cose, appena uscito dalla riunione, sembravo il guastatore fuori dal coro. Ho ribadito, invece, solo la mia
personale posizione che era quella di mantenere, anzi intensificare la protesta ai cancelli, fino a quando l'azienda e/o le istituzioni
non si fossero presentate con un programma decente e credibile. Una linea più morbida, che avesse previsto appunto la vendita del
filato, l'ingresso degli impiegati ( e l’arroganza della proprietà ), avrebbe svuotato di ogni valore il presidio e la lotta fatta fino a
quel momento.