A seguito dell’incontro in Prefettura, la cui cronaca, per i tratti salienti , è stata descritta nel precedente articolo, cerchiamo di fare le prime valutazioni proprio in merito all’incontro.
Restiamo sconcertati ancora una volta ( e tocca sempre a noi essere tacciati per la Cassandra della situazione ) per quanto poco o nulla emerge da simili incontri e per quanto poco o nulla serve ai Lavoratori, ma, in contrapposizione si può dire, per quanto tanto emerge a favore del Padrone.
Forse non ci siamo resi conto che, la riunione in oggetto aveva uno scopo ben preciso, quello di comunicare ai lavoratori di togliersi dalle scatole, in presenza del Prefetto ( dell’autorità cioè preposta all’ordine pubblico ), poiché la proprietà ( Unicredit ) , creando una appropriata Leasing, ha l’intenzione di assumere ogni decisione “in completa autonomia”. E’ un messaggio forte e chiaro che la proprietà ed il Prefetto inviano ai lavoratori. Traduciamo : “ cari lavoratori, il tempo è scaduto ( il Prefetto conferma che “ forse è l’ultimo incontro” ), siete avvertiti, la proprietà vuole realizzare profitti e dello stabilimento se ne frega altamente, quindi abbandonate, insieme alle speranze, anche qualunque forma di resistenza, altrimenti sono c…i vostri. E’ chiaro? “
Ebbene, dov’è la sottigliezza, Unicredit chiede di creare, allo scopo, una società che rilevi ( per solo 200.000 euro, circa,) la parte industriale, e chiede al sindacato di essere d’accordo. Il sindacato, questa volta veramente unito ( complimenti ! ) , Cgil, Cisl, Uil e Cub, dicono di essere d’accordo. Il segretario CUB lo ribadisce addirittura, con considerazioni di grande spessore, che è meglio avere a che fare con un solo interlocutore che con più di uno !!!
Non ci si rende conto che, in questo caso, si lascia ad Unicredit ogni libertà di azione, con l’avallo dei sindacati e con il preventivo avviso allo sgombero ( e quindi autorizzazione ) del Prefetto.
Tutti (Prefetto, Unicredit, Curatore fallimentare, OO.SS., ) d’accordo, quindi, tranne ovviamente il Comitato che vi scrive.
Andiamo ad analizzare le situazioni ed i numeri :
1. il Prefetto ufficializza di non essere più disponibile a simili riunioni ( dirà infatti che non si sono verificate proposte serie e non ce ne sono in essere )
2. Unicredit chiede di rientrare immediatamente di quanto esposto.
3. il curatore fallimentare ( sembra una macchietta il suo discorso ) , da una parte sostiene di spendere 80.000 euro al mese ( !!!!) per spese di gestione di uno stabilimento fermo da due anni e mezzo ( sich !!!) e ne presenta il conto ad Unicredit, e dall’altra parte dichiara che con 200.000 euro ( cioè con solo due mesi e mezzo di presunte spese ) venderebbe tutto ad Unicredit.
4. le OO.SS. ( CUB compreso ) sono d’accordo.
5. il solo Comitato Magentino Dignità e Lavoro, facendo presente tali incongruenze, ricorda che, sui vecchi proprietari, pende una denuncia in Procura, che i tempi di una eventuale bonifica delle aree richiedono molte decine di addetti e tempi lunghissimi, che se tutti gli oltre cento firmatari dell’esposto in procura si facessero convincere a ritirare la denuncia ce ne sarebbe uno ( il sottoscritto ) che non la ritirerebbe mai, e che se anche non ci fossero barricate ai cancelli dello stabilimento, scatterebbero immediatamente altre denunce all’ARPA, ai Carabinieri ( NOE ) , all’ASL in merito alle bonifiche. Il Comitato quindi sostiene che ogni accordo con le Proprietà è improponibile se non è previsto uno scritto che vede, in assenza perdurante di imprenditori del settore, una ricollocazione immediata di tutti i dipendenti Novaceta in attività lavorative nate sulle stesse aree.
6. il Comune di Magenta, rappresentato dall’Assessore Simone Gelli, prende posizioni allineate con quelle del CMDL.
Allora, mi rivolgo in particolare agli ex colleghi di lavoro, voglio ricordare loro che tutte le vittorie ottenute in questi tre anni dai lavoratori sono state acquisite solo e soltanto dai lavoratori organizzati in Comitato. L’esposto in Procura, il blocco delle aree nel PGT magentino, la richiesta di Consiglio Comunale , la visibilità e l’interesse dei cittadini ( spettacolo al Lirico, spettacolo in sala consiliare, dibattito in Casa Giacobbe, capodanno solidale, trippata, trasmissioni televisive, attenzione costante sui giornali ) . Ogni azione è stata fatta solo e soltanto nell’interesse della causa. Il Comitato e chi lo rappresenta si è fatto “ il mazzo”, insieme a tanti compagni di percorso del magentino, per tenere alto l’interesse sulla questione Novaceta. Abbiamo raccolto consensi e fondi per la sopravvivenza, senza chiedere mai, com’è giusto che sia, nulla in cambio. Abbiamo utilizzato la nostra memoria storica, intellettuale e di esperienza per tenere testa a chi remava contro, abbiamo ottenuto rispetto dalle istituzioni e dalla politica. Abbiamo lasciato organizzazioni sindacali , se non compromesse e colluse , ma certamente co-responsabili della chiusura dello stabilimento. Abbiamo avuto il coraggio di dire queste cose in ogni momento, in ogni circostanza. Abbiamo voluto far nascere un sindacato di base ( che non esisteva ) nella speranza che fosse diverso e che avesse come unica religione l’interesse dei lavoratori. Abbiamo permesso a quest’organizzazione che affiancasse il suo logo ai nostri lavori ( bozza di piano industriale ; ipotesi di riavvio ) creati solo con l’impegno degli aderenti al comitato. Abbiamo fatto in modo che il sindacato di base diventasse il primo sindacato in Novaceta, con le nostre riunioni nel piazzale, con le nostre esclusioni dalle sale, con il nostro litigare con i “portieri” di turno, col nostro essere identificati dai Carabinieri, dalla Digos, abbiamo creato simpatie e consensi.
Tutto questo ed altro ancora è stato fatto dal Comitato Magentino Dignità e Lavoro, senza chiedere, com’è giusto che sia, nulla in cambio a nessuno.
Abbiamo infine consegnato un’ottantina di tessere a chi oggi rinnega o non ricorda tutto questo, a chi è entrato quando i lavoratori organizzati avevano già tracciato il solco della resistenza contro lo sfruttamento e la speculazione edilizia, a chi non ha mai avuto memoria storica di Novaceta.
Avevamo, infine, condannato la FULC, per il loro comportamento, secondo il nostro pensare, immorale ed accomodante verso le scelte del Padrone, dobbiamo oggi prendere atto che il sindacato di base si allea con FULC per condividere quelle scelte mai da noi condivise.
Ritorniamo alla riunione di Prefettura. Il Dr. Zappalorto ( in rappresentanza del Prefetto ) chiude l’incontro auspicando e coinvolgendo le parti su una soluzione che prevede ancora cassa integrazione (e poi, null’atro definitivamente). Anche questa soluzione (la CIG) era stata avversata
(da sempre) dai lavoratori aderenti il Comitato, come rifugio (sponsorizzato dalla FULC) che non promuoveva alcuna volontà alla ripartenza della fabbrica.
Cosa faranno oggi i lavoratori Novaceta ? Mi auguro che si riprenda la lotta. E’ solo il movimento dei lavoratori organizzati che ha un senso, che convince e che può vincere. I lavoratori dovranno rifiutare qualunque forma di accordo con la proprietà. E’ solo il movimento dei lavoratori che dovrà tornare a contare e decidere, sempre.
Le organizzazioni sindacali ? quando e se ce ne sarà bisogno saranno interpellate. Il loro intervento è un obbligo istituzionale. Decidere, invece, è ad esclusiva pertinenza dei lavoratori.
Mario De Luca ( CMDL )
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